venerdì 3 luglio 2009

ED ORA? Percorso da qui alla vera Democrazia, aiutando tutti insieme il “Demos” (il Popolo) ad essere sovrano.

Appello agli italiani di buona volontà

Quanto è accaduto dal 1991 ad oggi dovrebbe far riflettere tutti.

Speranze, ingenuità, boicottaggi, delusioni

La voglia di cambiamento era ed è ancora palese. Ma tutti i tentativi profusi negli ultimi 19 anni hanno dato fin troppo pochi risultati e questo ha finito per sfiancare molte delle persone che ci hanno creduto e sperato e si sono date da fare.

Credo che un tale misero raccolto si possa spiegare con due errori di fondo da un lato e l’astuta quanto dissimulata controreazione dall’altro lato.

Prima c’è stato il tempo dell’ingenuità (1991/1994) in cui i cittadini si sono illusi (primo errore) che una volta alzata la testa tutto sarebbe cambiato, dimenticando che avevano di fronte degli abili esperti nell’uso degli strumenti della politica e della manipolazione altrui e della comunicazione.

Tanto abili che costoro,seppure messi con le spalle al muro nell’unico momento di debolezza che hanno accusato, sono riusciti ad usare la cosiddetta “Società Civile” come paravento per illudere tutti che il cambiamento era “davvero” in atto; mentre al contempo stavano riorganizzando le proprie forze.

Poi, i marpioni della “politicaccia all’italiana” hanno astutamente punito i cittadini che si erano ribellati, infliggendo loro la più cinica “pena del contrappasso”. E molti di quei cittadini sono caduti nella trappola con tutte le scarpe: secondo errore.

Molti di quei personaggi che si erano messi a disposizione della Società Civile, guarda caso tutti “ex” e “pentiti” della cosiddetta “Prima Repubblica”, hanno avviato le “grandi manovre”, convincendo quei cittadini che era “finalmente” il momento di “scendere in campo”, che equivale a dire che bisogna diventare una delle”parti” o aderire ad uno dei partiti esistenti.

Ma questo equivale anche e soprattutto a DIVIDERE coloro che prima erano uniti e forti di un unico obiettivo. Così, li hanno racchiusi negli ammalianti ma in realtà metifici meandri e meccanismi della politica di sempre.

Questo è potuto accadere perché, nonostante quella fosse l’intenzione iniziale annunciata, il famoso “obiettivo comune a tutti i cittadini di buona volontà”, di fatto nessuno ha avuto il buon senso di non farsi distrarre dalle abili “sirene” della politica di parte e si è impegnato seriamente e fino in fondo nel riscrivere le regole dell’etica politica, istituendo così gli anticorpi che potessero rendere la vita difficile ai manipolatori.

Per esempio, le PRIMARIE APERTE, che già in quegli anni ho inutilmente proposto, avevano quella forza. Un’occasione mancata.

E così i cittadini che si stavano “pericolosamente” (per i poteri forti) dando da fare furono assorbiti nei supposti “nuovi” partiti politici (… che di nuovo avevano solo il nome e la facciata), così di fatto costringendoli abilmente e paradossalmente a servire i vecchi poteri, anche se all’inizio comparivano solo i loro prestanome.

Infatti, col tempo, i vecchi nomi hanno fatto capolino, uscendo dall’ombra e da dietro i loro peones che fin lì erano apparsi pubblicamente. È sciocco negarlo, è stata un’operazione di riciclaggio da premio Nobel.

Coloro (per quanto pochi) che non hanno alcun interesse a cambiare le cose hanno dalla loro una posizione difficilmente attaccabile senza una forza ed una strategia adeguate.

Dalla loro posizione dominante, arroccati nei palazzi del potere che occupano da tempo immemorabile o fanno occupare a chi possono controllare, costoro tengono agilmente a bada tutto il Paese, gestendone ogni istituzione in nome di una “democrazia di facciata”. Ovviamente, hanno le loro mani anche sui media ed in tutti i servizi pubblici (amministrazioni locali, sanità, ricerca, università, imprese che abbisognano di aiuti pubblici, ecc., ecc.).

Grazie alla farraginosa burocrazia ed alla matassa appositamente intricata delle centinaia di migliaia di leggi italiane, possono ricattare chiunque, tirando fuori dei guai solo chi ne accetta le richieste, siano esse voti, tessere, favori o mazzette.

Grazie a quanto sopra ed ai media addomesticati, possono manipolare la popolazione e gli elettori (eventualmente anche disincentivandone la partecipazione al voto, tanto per ridurre lo sforzo e le forze necessari al controllo del “risultato di facciata” che “legalizza” il loro potere in nome d’una “democrazia” che in realtà è una democrazia-patacca), nonché scoraggiare o annichilire (o anche peggio) chi tenti di interferire ed interrompere il loro strapotere.

... No, non ho illustrato questo quadro per scoraggiare, bensì proprio per imparare dagli errori e proseguire nella direzione più opportuna, almeno evitando i precedenti errori.

Perché vi scrivo

Prima di proseguire, credo che sia opportuno chiarire chi sta scrivendo queste righe.

Io sono solo un semplice cittadino con un po' di coscienza civica, ne' pretendo d'essere di più o aspiro a divenire altro.

Non a caso, ho declinato ogni proposta, da qualsivoglia parte politica sia venuta, di "scendere in campo".

Innanzitutto, non mi va di giocare ad un "gioco" le cui regole sono fatte ad arte per far vincere chi ha vinto finora solo grazie a quelle regole, che consentono loro di annichilire chiunque provi ad entrare nel gioco per cambiarne il risultato.

In realtà, quelle "tentazioni" facevano parte delle usuali strategie messe in campo per distrarre dal proprio obiettivo chi può dare fastidio al Sistema, "comprandolo" con l'illusione che una volta eletto avrebbe potuto "cambiare tutto".

Nulla di più falso, visto che nel "Sistema" vigente anche gli eletti sono solo delle pedine e sempre più lo sono divenute.

Inoltre, anche solo entrando nel loro gioco elettorale, la posizione di chi vuol cambiare il "Sistema" diviene pesantemente debole ed attaccabile, poiché facendolo accedere all'agone politico è più facile tirare il malcapitato per la giacca impantanandolo negli argomenti più melmosi e pericolosi, vere e proprie trappole per infangarne più facilmente la reputazione fin lì intonsa.

Certi sedicenti "giornalisti" fanno solo questo nella vita, dopotutto servendo coerentemente il potere da cui di fatto deriva il proprio "ruolo professionale".

In effetti, una volta entrato nella "politica di parte", chi l'ha criticata fino ad allora può essere cinicamente sbugiardato con l'accusa d'essere ormai "uno di loro", che nell'immaginario collettivo purtroppo equivale ad un "politicante".

E nessuno mi toglie dalla testa che anche questa cinica condanna della politica diffusa tra la popolazione è stata astutamente voluta e perseguita da tempo per togliere dalla testa dagli italiani ogni illusione di poter alzare la testa.

No, a quel gioco non ho alcuna intenzione di giocare. Sarei un masochista.

Ho solo avuto la ventura (anche se qualcuno la definirebbe "sventura") di ragionare sui problemi della comunità a cui appartengo, detta "Italia", e di aver individuato una soluzione per superarli.

Ma le soluzioni di per sé non bastano.

Ben lo sanno tutti coloro che, in perfetta buona fede e con molto senso civico, hanno provato a cambiare le cose dagli scranni di un’assemblea legislativa, fosse esso il Parlamento Nazionale o quella di un ente locale. Ed altrettanto lo sanno coloro che si sono impegnati nei Referendum, unico strumento rimasto in mano ai cittadini e non a caso schernito in ogni maniera per disincentivarne l’uso.

Ma non importa quale sia la proposta. La gente è stanca e soprattutto è stanca di essere presa in giro e di perdere tempo in tentativi con ben poche prospettive di successo… Perché non possono avere successo?

Durante la Campagna per le Primarie spesso ho sottolineato che la vera Democrazia la si otterrà (perché a tutt'oggi non esiste in tutto il mondo alcuna DEMOcrazia vera e pienamente realizzata, checché se ne dica) solo quando essa potrà contare su di un "Demos" e perciò su di un vero popolo sufficientemente conscio del suo ruolo, dei suoi diritti, ma anche e soprattutto delle sue responsabilità.

Ci si faccia caso: la parola RESPONSABILITA' è una delle chiavi del decadimento (voluto) dalla società umana.

Non è un caso che i poteri forti abbiano progressivamente minato "l'Etica della Responsabilità", corrodendo fino al loro svuotamento tutte le forme e gli enti di controllo e le norme che puniscono chi abusa del potere o delinque nei campi che riguardano l'uso del potere.

Ma non basta. Per meglio perseguire ciò, è stato fatto di tutto per mettere le persone in uno stato di bisogno ed allentare i controlli ed indebolire le punizioni, aumentando la tentazione di farne profitto.

Il fine è di logorare i principi etici della gente comune ed indurli a comportamenti illeciti pur di sopravvivere.

In questo modo, per chi gli abusi li commette ai più alti livelli ed in grande stile diviene facile appellarsi ad un comportamento "comune" della società, da cui nessuno può sentirsi immune. Perciò, loro ed i loro comportamenti illeciti divengono solo un riflesso di come la società è.

E' di poco tempo fa l'alzata di scudi di una parte politica che ha letteralmente esultato quando è riuscita a far venire alla luce i gravi peccati ed abusi dell'altra parte, altercandone gli esponenti con un sarcastico ma estremamente realista "Benvenuti nel Club!.

Come se la "vittoria" non fosse nel combattere ed eliminare certi comportamenti da parte di chi gestisce il potere e tutela la legge, bensì nel sentirsi tutti egualmente e solidaristicamente "peccatori, furbi e vincenti".

Il che è peraltro un astuto ed efficace modo come un altro per tenere la popolazione sotto controllo ed evitare la ribellione degli onesti: eliminando progressivamente l'onestà e facendola divenire "minoranza", roba da “fessi”.

Come reagire

La Storia ci mette a disposizione sufficienti motivi di riflessione. È vero che le "rivoluzioni" sono sempre partite da un piccolo gruppo di persone particolarmente istruite e/o informate che perciò non sono riuscite più a chiudere gli occhi sul reale stato delle cose e sulle sue assurdità ed ingiustizie… ma anche perché, diciamola tutta, di fatto proprio quelle persone erano ampiamente danneggiate da quello stato di cose.

Ma senza un concreto appoggio popolare sufficientemente strutturato ed organizzato, quelle poche ispirate/disperate persone non sarebbero giunte a nulla. Ed infatti, chi l'ha fatto senza l’aiuto del popolo è finito male.

Invece, chi è riuscito a mettere le masse popolari dalla propria parte alla fine ha potuto soverchiare i tiranni del tempo, nonostante questi avessero un ampio controllo del potere.

Ed in effetti la Storia lo dimostra: un popolo deciso non lo ferma nessuno.

Però, tutte (lo sottolineo: tutte) le rivoluzioni che hanno coinvolto il popolo facendo leva solo sulla sua "rabbia" prima o poi sono costate molto, spesso moltissimo, sia in termini di vite umane, sia con le conseguenti e spesso paranoiche ingiustizie commesse perfino da parte di coloro che si ribellavano alle precedenti ingiustizie.

Violenza chiama violenza. Nella tradizione marinara è ben più d'una superstizione il detto che “le navi varate nel sangue sono condannate ad essere teatro d'altro sangue ed a finire nel sangue”.

La Giustizia, la Libertà e la Democrazia non le si possono perseguire adottando, anche solo temporaneamente, l'ingiustizia, la coercizione e la tirannia.

E' come se si desse ragione e ragion d'essere a coloro che si sta combattendo per le loro ingiustizie, coercizioni e tirannie. Quale differenza ci sarebbe tra costoro e chi li vuole destituire e sostituire se i metodi sono gli stessi?

È lo stesso principio che mostra l’assurdità della pena di morte: le comunità che applicano tale punizione definitiva minano il concetto stesso di giustizia e l’etica che dovrebbe fare di quel popolo un soggetto “migliore” di coloro che hanno commesso un reato danneggiando altri. Se io comunità uccido, come posso essere “migliore” di chi ha ucciso?

Pertanto, la Democrazia si persegue solo democraticamente,con il consenso, non con l’imposizione, la paura ed il ricatto.

Tale paradosso costituisce il primo segnale che nel tempo quella supposta "rivoluzione" è destinata al suo fallimento etico, poiché essa diviene un mero "rovesciamento" della precedente "concentrazione di potere", sostituendola con un'altra "concentrazione di potere".

Infatti, che sia una dittatura in nome di pochi aristocratici o in nome del "popolo", poco cambia: sempre dittatura è.

L'inizio di un percorso

Credo che sarebbe cosa utile ed intelligente se quei pochi che hanno aperto gli occhi cominciassero a parlarsi.

Aver avuto la fortuna di vedere e capire il vero stato delle cose, non è un privilegio, bensì è una RESPONSABILITA'.

Non è un "diritto", che farebbe di costoro dei patetici "gnostici" supponenti, bensì un DOVERE verso tutta la comunità, mettendosi al suo servizio con UMILTA'.

L’umiltà, l’altra grande assente nel panorama politico, a partire da quello italiano ma non solo, e sempre più carente anche sul piano sociale.

Ormai regna l'arroganza di chi si sente sempre più intoccabile. Sia perché ciò si fonda sulla propria reale potenza, sia che se ne usufruisca facendosi scudo del potente di turno e divenendo uno dei suoi guappi o manzoniani “bravi”.

Ma torniamo a chi potrebbe o vorrebbe fare qualcosa per cambiare questo stato di cose.

Bisogna prima di tutto smetterla d’essere divisi.

Non importa a quale “fazione” o per quale specifico obiettivo ci si batta.

Al di là di quei pochi che, da una parte politica o dell’altra, si spartiscono il potere, tutti gli altri, noi tutti, abbiamo in comune un enorme problema: qualsiasi siano le istanze, il “sistema” attuale, forte della propria inattaccabilità di fatto, non ha alcun motivo di dar retta a chicchessia salvo che non vi trovi una propria convenienza.

Prenderne atto, significa riconoscere TUTTI che abbiamo un OBIETTIVO comune: perseguire il passaggio ad un sistema che non permetta tale arroganza a chi è al potere.

Nessun particolarismo avrebbe sufficiente forza per opporsi ad una tale potenza.

L’unico soggetto che possa tener testa all’abuso di potere ed alla dittatura di fatto è IL POPOLO.

In sostanza, bisogna realizzare una vera DEMOcrazia.

Il prenderne atto e smettere di focalizzarsi solo sul proprio “orticello” rende possibile concepire e poi perseguire, tutti insieme, una STRATEGIA comune, NELL’INTERESSE DI TUTTI.

Rimanere divisi significa fare il gioco di chi il potere lo tiene ben stretto e saldo nelle proprie mani, proprio grazie all’applicazione del vecchio quanto efficace assioma “DIVIDI ET IMPERA”.

Infatti, fintanto che gli oppositori al “sistema” attuale sono divisi, essi sono deboli e perciò incapaci di fare alcun danno significativo. Non a caso, la "politicanteria" italiana ha infettato con il suo virus della divisione di parte tutti i contesti che potevano creare fastidi, distruggendone l’unitarietà e perciò la forza d’intervento.

Tra i tanti, basta vedere come il Sindacato e l’Università siano ormai stati ridotti ad essere una dependance dei partiti.

Stessa sorte è toccata a tutti i movimenti che potevano unire i cittadini in una battaglia comune. Mettendo su ciascuno di essi il cappello di uno dei partiti politici, se ne è automaticamente sconfessata l’universalità, defraudandolo delle simpatie della metà della popolazione che è stata convinta a vedere quel partito come un”nemico”.

In altre parole, i cittadini non hanno alcuna rappresentanza reale. Ma sono proprio loro il POPOLO SOVRANO.

Fintanto che nessuno si darà da fare, rimboccandosi le maniche, per aiutare il popolo ad essere veramente ed efficacemente SOVRANO, nulla cambierà.

Un percorso difficile ed irto di trappole, ma necessario

Non lo nascondo, è un progetto che richiederà moltissimo lavoro ed una paziente attività di costruzione i cui tempi sono difficilmente percepibili.

Ma i tempi saranno tanto più ridotti quanto più saremo capaci di non farci intimorire dalle barriere (normative e mediali) poste a difesa dello status quo e quanto meglio sapremo raggiungere i cittadini e comunicare con loro, con lo scopo primario di dare loro fiducia in se stessi e nel proprio ruolo, in nome della Costituzione e della legalità.

L’errore del “contro”

Chi pensa invece di infuocare le folle in nome della “gogna” e di un efferato giustizialismo, in realtà rischia solo di (e magari era proprio quello che voleva) provocare dei drammatici linciaggi morali o addirittura dei tragici linciaggi fisici, che macchieranno di sangue l’iniziativa condannandola a divenire un mero passaggio dalla padella alla brace.

Non solo, di fatto chi incita al linciaggio e gioca solo la carta del “CONTRO” sta solo usando le persone e non sta affatto facendo loro un favore.

Di certo non li sta trattando da persone degne di farsi carico del ruolo di veri CITTADINI, evoluti membri di un POPOLO SOVRANO che sa convivere nel rispetto di tutti e senza permettere abusi di potere a chicchessia, tantomeno a se stesso.

Al contrario, ancora una volta quel qualcuno le sta USANDO le persone, come pedine asservite al perseguimento degli obiettivi di vendetta e/o di presa del potere di quei manipolatori.

Ma anche se la politica del “contro” la si adotta in buona fede, in realtà si sta anche facendo un vero e proprio favore ai poteri forti, dando loro la possibilità d’apparire paradossalmente come “vittime” di “facinorosi e violenti oppositori e nemici della Democrazia” (!!!) che rifiutano la volontà popolare ed attentano a chi gli elettori hanno “voluto”.

Se gli oppositori usano metodi “violenti”, anche solo verbalmente, è facile per chi domina i media farli passare come ”antidemocratici” se non veri e propri “terroristi” agli occhi degli italiani.

Tale pregiudiziale fa terra bruciata intorno a chi vuol cambiare le cose, rendendo loro più difficile comunicare con i cittadini, che ne hanno quasi timore.

Perciò, l’unica strategia vincente e rispettosa dei principi stessi della Democrazia e una Politica ed una strategia “PER”.

È ora di iniziare

Sta a noi tutti creare gli "anticorpi" che aiutino le persone a percepire chi li usa e chi lavora per loro.

Mi auguro che questi miei pensieri a briglia sciolta siano il presupposto per incontrarci e per cominciare a lavorare, tutti insieme.

Non credo che, nonostante il logoramento e le delusioni cui sono stati sottoposti in questi ultimi 19 anni, gli italiani abbiano perso la voglia di cambiare.

Perciò, chi desidera partecipare ad un primo incontro può contattarmi ai recapiti in calce alla firma o, se lo vuol fare in forma pubblica, può usare questo Blog.

Mi auguro che il numero e la qualità delle risposte che riceverò mi “costringa” nelle prossime ore a creare un apposito Blog che consenta il dialogo ed il coordinamento, anche per chi ha poco tempo o ha problemi di distanza dalle eventuali riunioni locali.

Vostro,

Guido De Simone

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