giovedì 25 ottobre 2007

  • Quella che segue è la LETTERA APERTA che ho inviato all'On. Ricardo Franco Levi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
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  • ----- Original Message -----
  • From: guidodesimone PRIMARIE.ORG
  • To: segreteria on. levi - palazzochigi
  • Sent: Tuesday, October 23, 2007 3:41 PM
  • Subject: Proposta dal basso di dialogo pubblico su INFORMAZIONE ED INTERNET, STRUMENTI DI LIBERTA' E DEMOCRAZIA.

Gentilissimo On. Sottosegretario Ricardo Franco Levi,

il tema della DEMOCRAZIA e quello dell’INFORMAZIONE mi stanno a cuore prima di tutto come cittadino.

Ma ulteriore interesse e dedizione in merito sono motivati dalla mia veste di fondatore del Comitato delle Primarie (oggi "Comitato delle Primarie Aperte") e primo firmatario della Proposta di Legge d'Iniziativa Popolare che istituisce le PRIMARIE APERTE in tutto il sistema elettorale italiano e perciò per ogni carica elettiva.

Come lei ben sa, una vera DEMOCRAZIA, l’unica che possa essere considerata tale, si regge su tre gambe: PARTECIPAZIONE, INFORMAZIONE e RAPPRESENTATIVITA'.

Tali fattori sono tutti e tre essenziali; una Democrazia cui manchi uno di essi diviene pericolosamente zoppa, claudicante e manipolabile o, peggio ancora, sostanzialmente falsa.

Per ciò che attiene alla RAPPRESENTATIVITA', lasci che Le suggerisca di visitare ed esplorare il sito http://www.laspedizionedei1001.it/.

Do per scontato il Suo senso civico e perciò sono certo che sarà più che lieto di prendere atto che i Suoi concittadini non sono stati con le mani in mano e che in Italia la Democrazia e la legalità, la vera Democrazia e la vera legalità, sono care a molti più italiani di quelli che se ne occupano ufficialmente e/o istituzionalmente.

Perché così tanti cittadini si occupano di qualcosa che costituzionalmente hanno delegato alle proprie istituzioni ed ai propri “rappresentanti”? Perché 15 anni sono tanti, troppi. È un intero scalino generazionale. E prima o poi l’inefficienza porta chi ne subisce le conseguenze a chiederne conto a chi l’ha provocata e/o non l’ha saputa gestire.

Gli italiani hanno sperato nel buon senso di coloro che, dopo il crollo del "Muro di Berlino" e Tangentopoli, avevano il motivo istituzionale, il ruolo istituzionale, il potere istituzionale e gli strumenti istituzionali per voltare pagina e traghettare il Paese dalla 1° alla 2° Repubblica.

Ma questo, checché se ne dica, non è mai veramente avvenuto. Anzi, siamo a tutt’oggi nel bel mezzo di un pericoloso guado dove l’eccessiva permanenza sta trasformandosi nell’incubo di vere e proprie sabbie mobili. Il mondo politico, prigioniero del "sistema" di veti incrociati che esso stesso ha generato nel tempo, non riesce ad uscire dal vicolo cieco in cui si è incastrato. Blocca perfino coloro che, probabilmente la maggioranza, sono in politica con la volontà di cambiare strada e metodo verso un sistema di gran lunga più DEMOcratico, anch'essi alla mercè della petulante ed egocentrica litigiosità dei "vertici" del sistema e dei loro "intrecci", politici e non, in cui perfino essi sono impigliati.

Mi augurando che Le sia chiaro che io, e chi come me si sta dando da fare dal basso e fuori dalle beghe dipartito per trovare una soluzione, non abbiamo alcun astio verso alcuno; ma di certo siamo consci dei limiti di tutti, nessuno escluso, compresi i nostri.

Perciò, mi lasci sperare che le persone di buon senso in politica apprendano con infinito piacere che i CITTADINI, senza alcuna etichetta di parte, hanno prodotto una SOLUZIONE che va alla radice del problema e LIBERA TUTI dalle pastoie in cui siamo TUTTI prigionieri.

Fatto sta, On. Levi, che Lei, come la stragrande maggioranza degli italiani e perfino coloro che operano attivamente in Politica, non avete alcuna INFORMAZIONE in merito a tale soluzione ed alla sua proposta... Me ne dà atto?

Ma non vorrei che pensasse che l’INFORMAZIONE MANCANTE, sia essa dovuta a disattenzione o reticenza, riguardi solo l'Iniziativa Legislativa Popolare che istituisce le PRIMARIE APERTE.

Anzi, in molti casi diviene addirittura CONTRO-INFORMAZIONE, come se ciò che non si riesce a tenere sotto silenzio, vada allora distrutto agli occhi degli italiani.

Fatto sta che da parecchie settimane, per l'esattezza dall'8 settembre scorso, i principali mezzi d'informazione ed alcuni personaggi del Mondo politico, invece di “celebrare” l'eclatante scoperta che i cittadini si erano decisi (evidentemente da parecchio per arrivare a tanto) a partecipare attivamente smuovendo la maleodorante lacustricità della politica italiana e perciò dando ragione e motivo d'orgoglio a chi aveva fin lì perorato la PARTECIPAZIONE come valore imprescindibile della Democrazia, stanno al contrario attaccandoli in ogni modo.

Questo coro di persone che si strappano pubblicamente le vesti, così scandalizzati da chi ha osato “attaccare” il sistema “democratico”, lo fa con uno dei più antichi sistemi manipolatori: focalizzandosi sulla "forma" della loro PROTESTA (che peraltro potrebbe trovare spiegazione nel fatto che altrimenti nessuno, come al solito, dava loro retta) invece che nel "merito" della loro PROPOSTA, e stanno cercando di farli passare addirittura per dei pericolosi reazionari. Il tutto senza dare alcuna opportunità di contraddittorio e di spazio a chi viene accusato. Brutto segno, direi, sia per l’INFORMAZIONE che per la DEMOCRAZIA. Non Le sembra?

Per mia cultura, io sono una persona piuttosto moderata, però, mi permetta di essere alquanto preoccupato del fatto che l'INFORMAZIONE sia riservata a chi ha il potere e punisce se non addirittura annichilisce e tiene nascosta la PARTECIPAZIONE altrui o, non potendo farlo, la spaccia per ben altro.

Specialmente quanto al contempo, glielo posso dimostrare dati alla mano, l'attuale processo elettorale che dovrebbe tutelare la RAPPRESENTATIVITA' DEMOCRATICA non ha un granché di DEMOcratico. Quindi, non vedo molte persone che si possano mettere sull’altarino della perfezione e nessuno che oggi come oggi si possa definire come effettivamente “eletto”.

Peraltro, mi scusi l’ardire, PER PRINCIPIO chi è eletto non dovrebbe sentirsi “superiore” ai suoi concittadini e titolare di più diritti, bensì, semmai, al loro servizio e con ben più doveri.

Ma veniamo ai fatti che sono di Sua competenza.

Credo che il Disegno di Legge sull'Editoria che porta il Suo nome abbia molti motivi d'essere e di certo dà ottime risposte a molti problemi, comprese le molte potenziali manipolazioni. Perciò il frutto di tanto lavoro, Suo e dei suoi collaboratori, è di certo il benvenuto e va oggettivamente apprezzato.

Però, come spesso accade nei PACCHETTI OMNICOMPRENSIVI, possono esservi incluse alcune "polpette avvelenate" che possono, voglio credere "involontariamente", fare molto danno se non letteralmente uccidere le poche cose positive ancora in essere in tema di Informazione.

Con queste parole Le vorrei far comprendere che tutti coloro, io tra i tantissimi, che stanno lavorando in POSITIVO e dal basso nel Paese, al di là di avere anche noi motivo d’essere arrabbiati come quei pochi che non riescono più a fare a meno di esternarlo, partiamo però dal principio che eventuali errori, fermo restando che siano tali, possano essere stati fatti in buonafede.

Ma se essi sono degli errori, vanno comunque corretti. E possibilmente prima che facciano alcun danno.

Noi esseri umani non siamo infallibili. Ma la nostra intelligenza ci permette sia d’imparare a posteriori dai nostri errori, sia d’affrontare un problema preventivamente, analizzandone i precedenti storici, ma anche guardando quel problema com’è oggi da quanti più punti di vista, quelli altrui appunto, e perciò ascoltando gli altri, specialmente coloro interessati allo o dallo stesso problema.

Ecco perché, specialmente quando si tratta di una materia che riguarda potenzialmente tutti ed è nell'interesse di tutti, ritengo che il migliore approccio per chi è preposto a mettere mano alle regole, sia di parlarne tutti insieme, o quanto meno CONSULTARE PRIMA i diretti interessati o una rappresentanza degli stessi.

L’INFORMAZIONE e la sua correttezza riguarda tutti i cittadini. Un mezzo di comunicazione che è a disposizione di tutti, come INTERNET, riguarda tutti coloro che ne fanno uso; potenzialmente tutti i cittadini, ma ad oggi di certo una percentuale minoritaria, di certo chi ne fa uso in virtù delle proprie LIBERTA' e dei propri DIRITTI COSTITUZIONALI.

Per quanto la percentuale degli italiani che usa Internet in modo sostanziale sia ancora bassa, la quantità di coloro che frequentano la "rete" è comunque misurabile in milioni ed è alquanto eterogenea. Forse questo ha scoraggiato chi, come Lei ed i Suoi collaboratori, ha lavorato alacremente per produrre il testo in materia da proporre al Parlamento ad aprire un consulto così ampio; e probabilmente non ne avete neppure avuto il tempo.

Però, mi permetta di ricordarLe che noi cittadini alle volte riceviamo a casa comunicazioni dal Governo via posta ordinaria con un costo enorme, che stiamo pagando noi, mentre il “popolo di Internet” è sempre e ben più facilmente contattabile con una semplice e-mail e senza alcun costo.

Se poi sono i diretti interessati, i cittadini che usano Internet e che ne fanno quotidianamente quello strumento libero e democratico che è, a proporre al Governo ed al Parlamento di aprire un dialogo costruttivo sul tema, credo che questa divenga UN'OPPORTUNITA' PER TUTTI di dimostrare la propria buonafede, un vero senso civico, la propria democraticità non solo a parole ed una sempre utile e produttiva costruttività.

E' in questo senso che Le do la mia disponibilità, come cittadino, nonché come presidente del COMITATO PER LE PRIMARIE e partecipante attivo ed abbastanza ascoltato in molti dei più recenti movimenti e gruppi di cittadini indipendenti da parti politiche (di cui le annuncio fin d'ora la più ampia partecipazione, tanto critica quanto costruttiva), ma in buoni rapporti anche con molte delle associazioni e dei movimenti più schierati, ad organizzare, di concerto con la Presidenza del Consiglio ed il Parlamento, un FORUM sul tema:

INTERNET ED INFORMAZIONE, STRUMENTI DI LIBERTA' E DEMOCRAZIA

Dialogo tra i cittadini e le Istituzioni sui relativi valori e la loro tutela, le eventuali carenze ed i possibili rimedi, all’insegna della Costituzione Italiana.

Per evitare costi che di questi tempi sarebbero un’ulteriore motivo di critica, l'incontro potrebbe eventualmente avvenire presso una sala tra le tante a disposizione delle istituzioni, purché:

  • si svolga prima che il testo del Disegno di Legge sull’Editoria sia ufficialmente portato in Parlamento,
  • la sede sia sufficientemente ampia per ospitare i molti interessati al tema, fermo restando che si può stabilire un metodo democratico per definire preliminarmente dei rappresentanti destinati agli interventi principali,
  • si svolga in uno o più giorni di fine settimana, per non ledere il diritto di chicchessia a partecipare e comunque ad assistere,
  • sia trasmessa in diretta via Internet e consenta un effettiva possibilità d’inviare messaggi da riportare ai presenti in aula (p.e.: proiettati sullo schermo principale),
  • non sia concepita come il solito susseguirsi di personaggi della politica che si alternano senza dibattito o riducendo quest’ultimo ad un tempo insignificante, ma diventi principalmente un’occasione preziosa per i politici d’ASCOLTARE E CAPIRE le ragioni dei cittadini e poi dibattere tutti insieme, senza privilegi per alcuno,
  • chieda a tutti i partecipanti un approccio ed un comportamento basato sul rispetto reciproco e sull’assenza di pregiudiziali,
  • sia preceduta e eventualmente seguita da un dibattito su Internet.

Le dico fin d’ora che, al di là della grande sala, noi cittadini siamo in grado di supportare tecnicamente un evento del genere con i nostri siti e blog, garantendone la più ampia visibilità ed interattività sulla rete. Perciò ci mettiamo a disposizione.

Di fatto, tale evento potremmo organizzarlo noi stessi, collegando piccole sale via Internet in tutta Italia ed accontentandoci di avere come ospiti del mondo politico quei pochi che risponderebbero al nostro invito a titolo personale o a nome delle loro parti politiche più che come rappresentanti delle istituzioni.

Perciò, credo che questo non risolverebbe il problema di realizzare un dialogo costruttivo proprio tra le istituzioni ed i cittadini interessati su di un tema così delicato.

Pertanto, La prego di considerare questa mia come una LETTERA APERTA, che per trasparenza, verrà pubblicata su Internet mettendola così a conoscenza di tutti gli interessati, ed un’iniziativa dal basso che dà alle istituzioni l’occasione per ascoltare i cittadini con il rispetto che è loro dovuto e che proprio questo darà motivo ai cittadini partecipanti di garantire il pieno rispetto delle istituzioni da cui solo così si sentirebbero rappresentati.

La ringrazio fin d'ora della Sua attenzione e Le auguro il migliore proseguimento del Suo lavoro nell'interesse del Paese.

Cordiali saluti, Guido De Simone

Presidente

e-mail: guidodesimone@primarie.org

Tel. mobile IT: (+39) 348.3318633

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COMITATO PER LE PRIMARIE APERTE

I Cittadini per l’Introduzione per Legge nell'intero Sistema Elettorale Italiano delle Consultazioni Primarie Aperte al Popolo Sovrano ai fini della Proposta e della Selezione delle Candidature

Associazione temporanea di scopo, senza scopo di lucro ed apartitica, tra singoli cittadini

Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM

Tel. 06.85.237.264 - Fax 06.8535.0187

http://www.primarie.org/ - info@primarie.org

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COMITATO ORGANIZZATORE DE "LA SPEDIZIONE DEI 1001"

Organismo no-profit gestore della Campagna "Verso l'Italia delle Primarie" che promuove la relativa Proposta di Legge d'Iniziativa Popolare

Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM

Tel. 06.85.237.437 - Fax. 06.8535.0187

http://www.laspedizionedei1001.it/

info@laspedizionedei1001.it ______________________________________

venerdì 28 settembre 2007

MANCA UNA VERA INFORMAZIONE, ma la soluzione c'è

L'evidenza dei fatti: sui media nazionali passa solo ciò che ha il cappello o l'etichetta di un partito. Chiunque si permetta il “lusso” e “l’affronto” di rimanere indipendente dalle parti politiche è passibile di rimanere nel totale anonimato e viene reso vano ogni suo tentativo di far conoscere la propria esistenza e le sue eventuali proposte agli italiani tramite i media più importanti e diffusi, cioè quelli che veramente contano. Eppure la POLITICA non può essere solo "di parte". In un sistema veramente democratico, oltre alla visione di parte che ogni partito può legittimamente rappresentare, deve poter esistere ed avere visibilità ed ascolto anche chi, INDIPENDENTE DA QUALSIASI PARTE IN CAMPO, proponga a TUTTE le parti politiche l'attenzione su temi e problemi specifici della comunità ed eventuali soluzioni.
Sarà poi chi scende in campo, e concorre per ottenere il consenso degli elettori per ottenerne la delega, a dover dare seguito a tali denuncie e soluzioni.
Ma è bene che i cittadini siano informati anche e soprattutto da fonti INDIPENDENTI. Ma se l'accesso all'informazione ce l'hanno solo coloro che fanno parte del “sistema” di potere o che si alleano con un partito, è chiaro che LA POLITICA NON DI PARTE, detta anche ALTA POLITICA, NON HA ALCUNA VISIBILITA'.
Colpa dei partiti che condizionano i media o dei media che non fanno il proprio mestiere? Potremmo avventurarci in una defatigante indagine, ma nel frattempo il problema rimarrebbe, a danno di noi cittadini cui è negata ogni visibilità. Allora, cosa possiamo fare?
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LA PROPOSTA Come direbbe Indro Montanelli: Se ci manca l'accesso ad ogni mezzo d'informazione che conta, creiamocene uno nuovo. ______________________________________________
Vista la massiccia voglia di protestare, ma anche di partecipare e proporre, che cerca sfogo in Italia, dovremmo mettere a disposizione di TUTTI i cittadini un mezzo d’informazione che permetta una comunicazione interattiva, facendo così dei cittadini i veri protagonisti ed attori del cambiamento. Come? La prima risposta che verrebbe in mente è che per fortuna esiste INTERNET grazie a cui l'interattività sarebbe assicurata.
Ma i dati denunciano che la percentuale di coloro che in qualche modo accedono ad Internet non supera, almeno a tutt'oggi, il 42/45%. Peraltro, quel 42/45% è fin troppo ottimistico: solo il 32/35% degli italiani fa un uso costante ed autonomo della rete. Pertanto, Internet garantirebbe solo ad 1/3 degli italiani l'accesso un mezzo d'informazione.
LA SOLUZIONE
Questo mi ha fatto venire un'idea: perché non creare una specie di INTERNET DEI POVERI?
Mi viene spontaneo definirla "PEOPLENET", la “Rete della Gente”! :-)
Ritengo fondamentale fondare, stampare e distribuire un giornale interattivo, con diffusione capillare, gratuito (tipo "free-press"), le cui notizie saranno in gran parte fornite dai suoi stessi lettori, cittadini e associazioni.
Queste sono le sue caratteristiche:

CONTENUTO ED IMPAGINAZIONE:

  • 1 pagina internazionale,
  • 1 o più pagine con notizie nazionali,
  • molte pagine locali, dedicate alle notizie che interessano il rispettivo territorio, dalla regione al quartiere.
  • L'interattività sarà assicurata dalla pubblicazione sull'ultima pagina di un modulo con cui il cittadino, compilandolo e restituendolo presso i punti di distribuzione (bar, ecc.) o spedendolo via fax/posta (ma sarà ovviamente disponibile anche sul sito del giornale), ha la possibilità di comunicare fatti, idee e denuncie (specialmente locali) che saranno pubblicati sul numero successivo qualora siano selezionati dalla "redazione" e fatte le debite verifiche.

Qualora più persone propongano argomenti simili o riferiti alla stessa notizia, la redazione ne farà una sintesi, citando i cittadini che li hanno proposti (previo beneplacito dei proponenti).

DISTRIBUZIONE: i cittadini della Società Civile, distribuiti capillarmente su tutto il territorio italiano, li porteranno capillarmente in tutti i bar e negozi che accetteranno di convenzionarsi e lo volantineranno nei luoghi affollati (principali fermate dei mezzi pubblici, università, mercati, supermercati, mercatini, ecc.).

Credo sarebbe utile anche l'allestimento di DAZEBAO (bacheche) in alcuni punti chiave dei quartieri, siano essi stradali o presso bar convenzionati (più protetti). Diverrebbero bacheche pubbliche sia per l'affissione delle pagine dell'ultima edizione del giornale, sia come ulteriore forma di interazione con la cittadinanza che vi può lasciare le proprie comunicazioni (cassetta postale).

PERIODICITA': Si può iniziare con una cadenza quindicinale (ogni due settimane) passando poi a quella settimanale. Le eventuale due edizioni a settimana o quella quotidiana dipende dal successo dell'iniziativa e dalla sua economicità.

FORMATO: usando come formato aperto un foglio A3 (cm. 42 x 29,7), il formato del giornale chiuso corrisponde ad un A4 (21 x 29,7).

STAMPA: visto il formato, chiunque potrà localmente stampare e distribuire il giornale. Basterà:

  • stampare le pagine in formato A4 con la propria stampante (quelle nazionali ed internazionali ricevute dalla redazione centrale) e ingrandirle al formato A3 mentre si fotocopiano,
  • per quantità oltre 500 copie, è meglio far stampare tutto ad una tipografia di zona convenzionata.

Il numero delle copie da stampare aumenterà man mano che non vi saranno “resi”.

Prevedo una diffusione molto alta poiché sono i lettori stessi a poter scrivere i contenuti, e tutti sarebbero curiosi di sapere cosa viene fuori ad ogni numero.

REDAZIONI: una redazione centrale (per le notizie nazionali ed internazionali), e tante redazioni locali, molto agili (singole persone coordinate via Internet), almeno una per regione; ma dovunque sia possibile si punterà quanto prima ad una base minimo provinciale, oppure, se opportuno, per "bacini territoriali" affini sul piano sociale, con la dimensione minima del comune o del grande quartiere/quadrante cittadino. Le redazioni, specialmente quelle locali, saranno costituite per la maggioranza da volontari ma non è esclusa la collaborazione di eventuali professionisti che si rendano disponibili. Se l'operazione riuscirà anche sul piano finanziario, diventerà possibile stipendiare dei collaboratori fissi.

Se il progetto prenderà la piega che immagino, diventerà la testata col maggior numero di collaboratori e firme della storia dell'informazione. Qualora le notizie/denuncie fornite dai cittadini diventino troppe, per evitare che ogni redazione locale debba verificare la veridicità e fondatezza di tutte, saranno pubblicate come "notizie ufficiali" solo quelle verificate e verrà creata una specie di rubrica “spazio aperto” dove), ordinandole per temi, tutte le notizie non verificate verranno pubblicate alla stregua di "inserzioni" di cui siano perciò responsabili sul piano legale solo i rispettivi autori.

Saranno comunque escluse le comunicazioni che costituiscano un reato (p.e.: insulti, istigazioni a delinquere, ecc.). Ribadisco che le notizie verificate saranno pubblicate come "notizie ufficiali" del giornale.

FONTI ECONOMICHE: Se i numeri ci daranno ragione, la pubblicità e le sponsorizzazioni su di un mezzo di tale diffusione saranno piuttosto ambite e richieste, ma saranno comunque accessibili solo ad inserzionisti e sponsor compatibili sul piano etico con lo spirito dell'iniziativa. Allo scopo, una commissione etica sarà eletta periodicamente dagli azionisti.

COMPOSIZIONE SOCIETARIA: Non avrei grandi problemi per costituire un'ampia cordata di Piccoli e Medi Imprenditori (minimo 100) interessati a far decollare il progetto.

Però ritengo che sarebbe molto significativo se questo progetto nascesse come PUBLIC COMPANY, ovverosia una società ad azionariato diffuso popolare. Se la maggioranza degli aderenti ai maggiori movimenti italiani non etichettati (a partire dal più recente ed eclatante caso dei "Grilli") e tanti altri singoli cittadini sottoscrivessero una quota di pochi euro ciascuno, si raggiungerebbe subito il capitale sociale necessario ad avviare l'impresa senza problemi economici di sorta.

L'azionariato popolare sarebbe la maggiore garanzia dell'assenza di specifici "indirizzi politici di parte" e che la linea editoriale sarebbe votata a dare voce alla popolazione ed alla sua parte più attiva: la "società civile".

IL NOME DELLA TESTATA: credo che sia giusto che siano tutti i sottoscrittori delle quote a poter votare democraticamente il nome del giornale, scegliendolo tra quelli proposti o proponendone altri nel periodo che precede l'assemblea di costituzione della società. La votazione finale sarà a doppio turno: prima si vota la selezione dei dieci nomi più gettonati, poi la votazione finale tra i due nomi finalisti.

"il Grillo parlante", "Dazebao", “Demos”, "L'Ombrello" e "Fratelli e Sorelle d'Italia" sono solo alcuni esempi, i primi che mi vengono in mente. E' importante che il nome renda subito chiari i seguenti concetti:

  1. Informazione dal basso;
  2. comunicazione interattiva: bi-direzionale (i lettori sono anche potenziali redattori);
  3. Democrazia;
  4. Organo popolare;
  5. Oggettività e spazio a tutte le idee;
  6. Assenza di propensione per qualsiasi parte politica o ideologia.

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--------------- ADESIONI ---------------

I cittadini interessati possono comunicare la propria disponibilità per una o più delle seguenti voci:

  1. Sottoscrizione di una quota (tra 1 e 10 Euro).
  2. Collaborazione con una redazione locale.
  3. Stampa di copie locali del giornale.
  4. Distribuzione locale del giornale.
  5. Gestione amministrativa.

comunicandolo con i propri dati anagrafici ed i recapiti ad uno dei seguenti indirizzi:

  • presso questo BLOG (http://guidodesimone.blogspot.com) inserendola come commento a questo POST (solo se si vuole rendere pubblica la propria adesione. Ma si sconsiglia l'inserimento dei propri dati anagrafici e recapiti che vanno perciò comunque inviati con una delle altre modalità;
  • Posta: Guido De Simone, Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM;
  • Tel. 06.85237.1;
  • Fax: 06.85350187.

Grazie a tutti fin d'ora. Guido De simone guidodesimone@primarie.org guidodesimone@laspedizionedei1001.it http://www.laspedizionedei1001.it/ http://www.primarie.org/ http://guidodesimone.blogspot.com/

lunedì 24 settembre 2007

Ma perché chiamare tutto ciò "primarie"? La nascita del PD rischia d’essere offuscata da un abuso lessicale poco simpatico.

A 20 giorni dall’elezione del leader dei "Democratici", un appello a tutti i politici per la coerenza almeno nell’uso delle parole. ______________________________________ Eppure la novità di per sé già c’è. Far scegliere il grande capo del partito con una sessione di voto aperta ai comuni cittadini e non solo agli iscritti è già un’enorme "apertura" ed una vera ed eclatante novità da parte di un partito. Ma allora, perché diamine attribuire ad una semplice elezione definitiva il termine di "primarie"? In soldoni, le "primarie" sono una forma di votazione che serve a scegliere chi potrà essere candidato alle successive elezioni e chi no. Perciò avvengono subito PRIMA delle elezioni cui si riferiscono. Più tecnicamente, una "PRIMARIA" è la sessione di votazione che precede un’elezione (e si chiama così proprio perché avviene "prima" di essa, avviando il processo elettorale) per determinare a chi, tra tutti coloro che aspirano a rappresentare quella lista (aspiranti-candidati), sarà affidata: la singola candidatura (se per elezioni uninominali, con metodo maggioritario), o la presenza nella lista definitiva dei candidati (per elezioni plurinominali, con metodo proporzionale) nell’ordine corrispondente al numero di voti conseguito alla primaria. Se poi tutto questo avviene contemporaneamente per più liste elettorali, il termine si usa al plurale e perciò si parla di PRIMARIE. Ma nel caso di quanto si sta per svolgere il 14 ottobre 2007 tale termine, tanto meno al plurale, che c’entra? Viene spontaneo porsi la domanda: si tratta di "ingenuità ed ignoranza" oppure di "astuzia ed opportunismo"?
  • Ingenuità o ignoranza? Ipotizziamo che costoro "non sappiano". Si potrebbe pensare che abbiano impropriamente scelto il termine "primarie" solo perché richiama l’episodio precedente della "Primaria dell’Unione" del 16 ottobre 2005 (consultazione allora correttamente definita al singolare, anche se solo a seguito di un opportuno richiamo in merito), forse sperando, scaramanticamente, in un ulteriore clamoroso successo.
  • Astuzia od opportunismo? Diciamo che, nel timore che il successo del 2005 non si ripetesse, è stato scientemente deciso di sfruttare il termine che più corrisponde ed ha fin qui corrisposto a qualcosa di "NUOVO" ed "INNOVATIVO" nella politica italiana. Tanto, specialmente in politica dove vige la cinica quanto patetica regola che "il fine giustifica i mezzi", è ormai d’uso comune usare i termini al di là del loro vero significato, pur di sfruttare la reazione emozionale che essi possono suscitare nelle persone che si vogliono manipolare. - E allora, - ci si potrebbe essere domandati, - perché mai la più grande ed eclatante novità partitica del panorama politico italiano non dovrebbe insignirsi anche dell’uso fin dal suo primo giorno di vita delle celebratissime "primarie"? -

Ed ecco qui il "miracolo": delle semplici elezioni interne in via definitiva diventano non solo "primaria", ma addirittura "primarie"!

Che dire, se è "stupore" l’effetto che si desiderava, beh, ci sono riusciti. Ma non credano, gli organizzatori di questa truffa imbecille, che gli italiani siano tutti degli sciocchini facilmente manipolabili. Qualcuno ha capito, di certo chi sa usare il proprio cervello autonomamente e proprio in virtù di ciò è ascoltato da molti altri. Perciò, tutto questo non fa bene al nascente Partito Democratico. Affatto.

Mi permetto di definirla una tattica "imbecille" (dal latino imbellere: claudicare) perché in questo modo, invece della fierezza e dell’assoluta certezza dell’utilità di quanto si sta facendo nell’unire e trasformare una debole e litigiosa coalizione in una forte e coesa parte politica a cui gli elettori possano fare riferimento e su cui fare affidamento, questo comportamento denota e comunica una profonda insicurezza, come se sulla nascita del Partito Democratico aleggi una sorda paura di un fallimento e ci si attacchi a tutto pur di riuscire.

Eppure, la continua mistificazione è proprio uno dei peggiori difetti della politica vecchio stile, specialmente se all’italiana, uno di quei comportamenti che più danno decisamente fastidio agli elettori. Questo fin troppo frequente voler far passare tutto per quello che non è, facendo uso di meccanismi che travisano la realtà, la confondono con le "altre realtà" create ad arte, fino a rendere impossibile capire qual’è quella vera. Una mistificazione adottata sempre più spesso negli ultimi 15 anni, con l’arroganza e la tracotanza di chi sa che dopotutto non è attaccabile. Beh, tutto questo ha decisamente stufato gli italiani.

E allora? Perché un partito che sta per nascere con la dichiarata intenzione di voler essere un grande passo in avanti nella politica italiana, il cui stesso nome dovrebbe richiamare quanto di più "democratico" la politica possa offrire... perché mai non dovrebbe credere in se stesso e nel suo messaggio e sentirsi costretto a far un uso improprio e mistificatorio del termine "primarie" per definire una semplice elezione del grande capo aperta ai propri elettori che già di per sé è una grande novità?

Ma questi metodi non riguardano solo una parte politica, bensì l’intera "casta" politica italiana. Aleggia ancora nell’aria quella ben poco apprezzabile manfrina con cui alle ultime elezioni politiche nazionali i leader del centrodestra hanno voluto spacciare e sbandierare la scelta dell’eventuale candidato premier in base al numero dei voti conseguiti alle elezioni ordinarie come una "nuova" ed "alternativa" forma di "primarie". Tanto per celare la loro incapacità o indisponibilità in quel momento ad effettuare una vera "primaria di lista", seppure richiesta da buona parte della loro base ed auspicata dai loro elettori, se non altro per non essere da meno del centrosinistra.

Perciò, mi si permetta un appello generale.

Cari "politici" italiani, di qualsivoglia partito voi siate, lasciate che le PRIMARIE siano quello che sono. Non cercate di sfruttarne la freschezza e la forza innovativa per secondi fini, come per risolvere i vostri mal di pancia interni.

Lasciate che le Primarie siano uno strumento DEMOcratico, nelle mani del DEMOS, dei cittadini elettori, sotto forma di VERE PRIMARIE APERTE, istituite per legge e perciò secondo COSTITUZIONE, così come noi cittadini stiamo cercando di proporre.

Pur di non rinunciare ai rassicuranti meccanismi cui vi siete affezionati avete già perso l’occasione di cambiare tutto quando, nel 1993, vi abbiamo esplicitamente detto cosa non ci stava più bene... ed invece di farne un’opportunità per dimostrarvi dei grandi statisti al servizio del popolo, avete preferito rispondere picche ed arroccarvi nella vostra torre dorata.

Già da allora vi chiedevamo PRIMARIE "democratiche" e qualcuno di voi, pochi, ci ha risposto che non era il momento per simili "rivoluzioni copernicane". Ed invece quello era proprio il primo ideale momento storico per fare un tale passo coraggioso e voltare pagina.

Non perdete anche ora l’occasione di darci retta. Non ce l’abbiamo con nessuno, vogliamo solo che la Costituzione sia realizzata in pieno e non solo in parte e siamo certi che la maggior parte degli attuali politici hanno senso civico e sapranno adattarsi ad una vera Democrazia.

Ma non ascoltarci anche stavolta potrebbe rivelarsi un errore fatale, per tutti gli italiani, voi inclusi.

Guido De Simone

e-mail: guidodesimone@primarie.org guidodesimone@laspedizionedei1001.it ______________________________________

COMITATO PER LE PRIMARIE APERTE I Cittadini per l’Introduzione per Legge nell'intero Sistema Elettorale Italiano delle Consultazioni Primarie Aperte al Popolo Sovrano ai fini della Proposta e della Selezione delle Candidature

Associazione temporanea di scopo, senza scopo di lucro ed apartitica, tra singoli cittadini Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM Tel. 06.85.237.264 - Fax 06.8535.0187 http://www.primarie.org/ - info@primarie.org ______________________________________

COMITATO ORGANIZZATORE DE "LA SPEDIZIONE DEI 1001" Organismo no-profit gestore della Campagna "Verso l'Italia delle Primarie" che promuove la relativa Proposta di Legge d'Iniziativa Popolare Via Savoia, 78 - 00198 Roma RM Tel. 06.85.237.437 - Fax. 06.8535.0187 http://www.laspedizionedei1001.it/ - info@laspedizionedei1001.it ______________________________________

venerdì 21 settembre 2007

IL RUOLO INSOSTITUIBILE DELLA SOCIETA' CIVILE... FINTANTO CHE RIMANE INDIPENDENTE.

IL RUOLO INSOSTITUIBILE DELLA SOCIETA' CIVILE... purché non si faccia trascinare nella "trappola" e non diventi solo una delle tante "PARTI" in campo, perciò rappresentativa solo di una parte del Paese.
------- IL NOSTRO RUOLO DI LIBERI CITTADINI -------
Credo di rivolgermi a persone che, come me, vogliono un'Italia diversa, migliore e decisamente più democratica. Ma se questo è quello che veramente vogliamo, allora la nostra funzione ed il nostro scopo ultimo non è tanto quello di "sostituirci" ad altri quanto quello di trovare il modo per cui chiunque assuma un ruolo di potere, noi inclusi, non possa in alcun modo farne un uso improprio, fino ad "usare" ed "abusare" tutte le altre persone, trattandole da sudditi e costringendole a chiedere per "favore" ciò che costituzionalmente dovrebbe esser loro garantito come un loro "diritto". Intendo dire che non basta sostituire le persone ma deve cambiare il METODO di fare politica facendola diventare una VERA POLITICA ed in particolare che ci siano gli strumenti perché non torni a degenerare nell'attuale FALSA-POLITICA. La FALSA-POLITICA deriva dall'eccessiva importanza e potere dati ai cosiddetti "LEADER", cui viene delegato tutto, cui viene dato troppo potere. Apparentemente sembra un modo "comodo" per levarsi una "rogna" ed affidarla a quel qualcuno, dandoci modo di dedicarci a ciò che ci interessa. In realtà ci stiamo dando la zappa sui piedi, perché stiamo mettendo le nostre vite nelle mani di una potenziale "bomba umana". Qualsiasi essere umano, con troppo potere in mano, può cascare nella trappola della tentazione di farne un uso improprio. Hai voglia a dire poi che è stata colpa sua! Certo, diventa un comodo "capro espiatorio" per nascondere ipocritamente la NOSTRA colpa di aver messo quella persona in tentazione. Ma comunque nel frattempo se il potere è stato male usato siamo proprio noi ad averci rimesso. Le concentrazioni di potere sono le peggiori trappole per un sistema democratico. Perciò un sistema equilibrato si basa su due principi:
  1. NESSUNO DEVE AVERE TROPPO POTERE;
  2. TUTTI, NEL LORO STESSO INTERESSE, DEVONO CONTROLLARE CHE CHI RICEVE LA DELEGA NON NE ABUSI.

Quel "TUTTI" in DEMOcrazia è riferito all'intero DEMOS, a TUTTO IL POPOLO, un Popolo fatto di CITTADINI con l'atteggiamento da "CITTADINI", tutti consci del proprio ruolo, del proprio peso e del proprio POTERE. Perciò, sempre fermo restando che stiamo parlando tra cittadini che vogliono un vero sistema democratico, dobbiamo piuttosto metterci a disposizione delle persone comuni, di tutti gli italiani, aiutandoli, NEL LORO INTERESSE, a trovare la propria strada per scoprirsi e sentirsi CITTADINI e mai più "SUDDITI", tutti membri di UNA COMUNITA', al di là delle diverse idee e dei diversi punti di vista, fino a diventare UN POPOLO UNITO E COSCIENTE DI SE' E DEL PROPRIO FONDAMENTALE RUOLO E PESO DEMOCRATICO. Prima gli italiani capiscono questo concetto, prima vivranno meglio.

Certo, con più responsabilità per i cittadini, perché nessuno si potrà più permettere il lusso di dare la colpa ai politici se sono veramente i cittadini a sceglierli, e perciò, come deve fare ogni cittadino degno di questo nome e conscio che non farlo si rivelerebbe una fregatura per lui, dovranno dedicare del tempo ad informarsi e capire cosa e chi si sta muovendo per la comunità o a suo nome, per poter scegliere chi premiare e chi punire, chi tenere nel ruolo e chi mandare a casa.

Questo è quello che accadrà con le PRIMARIE APERTE.

E quando avremo assemblee legislative elette con le PRIMARIE APERTE (perciò costituite da nostri VERI rappresentanti) non sarà più difficile ottenere altre cose che riteniamo giuste e nel nostro interesse, come la CLASS ACTION, il REFERENDUM PROPOSITIVO, ecc.; tutte cose che comportano maggiore PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI nelle scelte fondamentali e perciò una MAGGIORE RESPONSABILIZZAZIONE dell'intera comunità.

Ma in cambio, ogni persona otterrà il rispetto della sua dignità di cittadina/o.

Tutti consci che la Costituzione non assegna la SOVRANITA' a ciascuno di loro ma AL POPOLO, cioè a tutti loro nel loro insieme. Perciò, prima impariamo ad essere CITTADINI e come tali SOVRANI COME POPOLO, prima impareremo ad essere sovrani nei fatti e non solo a parole. Solo dei CITTADINI, tutti pariteticamente comproprietari del "Condominio Italia", avranno la forza per pretendere il rispetto della propria dignità e di non essere più "comprati" o trattati da "consumatori/schiavi" invece che da cittadini.

------- IL NOSTRO AGIRE DA LIBERI CITTADINI ------- ----------- IL RUOLO DELLA SOCIETA' CIVILE -----------

Per fare questo, non serve creare ulteriori sigle associative o movimenti. Al di là delle simpatie di parte che ognuno di noi può avere, NOI SIAMO PRIMA DI TUTTO CITTADINI, proprio come tutti gli italiani. Ricordarcelo ed avere come nostra "bandiera" solo quella nazionale, significa avere la stessa bandiera di TUTTI gli italiani. Se gli italiani sentono che siamo come loro, cittadini della stessa nazione con gli stessi diritti e doveri, e non dei "politici di parte" che sbandierano una "bandiera" diversa da quella comune a tutti gli italiani, dialogare con loro sarà più facile. Perché dopotutto quello che tutti gli italiani vogliono è poter interloquire con non li tratta dall'alto in basso. Perciò, invito tutti coloro che vogliono un'Italia migliore e più democratica a non creare una nuova sigla, un "altro" movimento, ma a definirvi semplicemente per come la nostra Costituzione ci definisce tutti: CITTADINI. CITTADINI ITALIANI E MAI PIU' SUDDITI. Come tutti gli italiani vorrebbero essere... Vuoi vedere che in poco tempo diventiamo 55 milioni di persone che si muovono all'unisono? [:)] Ed allora chi potrà più metterci i piedi in testa?

------- Le "PARTI POLITICHE" o "PARTITI" -------

I partiti, secondo Costituzione, sono gruppi di cittadini che si sono schierati per un modo specifico di vedere e affrontare le cose ed i problemi.

Ed i partiti, se vogliono ottenere CONSENSO al loro proporsi come interlocutori e risolutori dei problemi della comunità, DOVREBBERO ascoltare quello che tutti gli altri CITTADINI INDIPENDENTI sottopongono, denunciano o propongono loro.

Conseguentemente devono elaborare programmi ed individuare persone candidabili che siano all'altezza del compito di attuare tali programmi.

Infine dovrebbero proporre programmi e candidati a TUTTI NOI CITTADINI ELETTORI INDIPENDENTI per il nostro giudizio.

------- SOCIETA' ITALIANA e SOCIETA' CIVILE -------

Ci sono alcuni dei cittadini indipendenti che non si limitano a dare il proprio giudizio ma che prendono a cuore un tema specifico, lo studiano, ipotizzano una o più soluzioni e spesso gli danno soluzione, operativamente, per esempio, con il volontariato.

Pertanto, di tutta la "Società Italiana" (l'intero popolo) questa è la "Società Civile", la parte più attiva e propositiva della popolazione. Perciò, la SOCIETA' CIVILE è costituita da quei CITTADINI CHE NON SONO DI PARTE, perciò NON SONO IN CAMPO, bensì rimangono sempre "sugli spalti", LIBERI ED INDIPENDENTI.

Dalla "tribuna" dello "stadio della Politica", la Società Civile PROPONE i temi che ha a cuore A TUTTE LE PARTI in campo, perché queste si diano da fare e concorrano a realizzare le migliori soluzioni operative per gestire quei problemi. Il fine della Società Civile è che quel problema della comunità sia risolto, non che lo risolva una parte piuttosto che l'altra. Poi ciascuno di noi, dagli spalti, può anche prendere in simpatia una parte piuttosto che l'altra mentre "in campo" affrontano quel problema e magari arrivare anche a fare il tifo per l'uno o per l'altro. Insomma, se noi siamo la Società Civile, noi restiamo sugli spalti, individuiamo i problemi le esigenze e le aspirazioni, forti dell'esserci dentro o d'essere accanto a chi ne è protagonista, e li poniamo di fronte al naso di tutti coloro che si propongono e chiedono il nostro consenso come risolutori di quei problemi. Pertanto, la VERA POLITICA ha bisogno non solo delle PARTI POLITICHE, cioè di chi è in campo con la propria visione di parte e le proprie formule risolutive, [b]ma anche della POLIS, la POPOLAZIONE[/b], cioè di tutti coloro, egualmente cittadini, che propongono temi e problemi specifici da indipendenti a tutte le parti in campo. Le parti in campo ci sono già. Perciò, non servono tanto ulteriori partiti in campo. Per ridare equilibrio ad un SANO SISTEMA POLITICO quello che serve è la POLIS, ed in particolare quella parte più attiva e propositiva ed indipendente, LA SOCIETA' CIVILE. Senza una società civile indipendente, le parti in campo degenerano. Senza una società civile che proponga loro problemi e sfide, le parti in campo vedono solo se stesse, dimenticano il resto della società e cominciano a guardarsi in cagnesco, diventano parti litigiose ed aggressive e fanno tutto meno che gli interessi della comunità, pensando solo ad aggredirsi con violenza, trasformando il "nostro" Paese nel "loro" campo di battaglia, dove tutto è lecito pur di vincere. Ma su quel campo di battaglia ci siamo anche noi e ci stiamo rimettendo le penne. E quel campo di battaglia è la nostra "casa", la nostra nazione... e ce la stanno distruggendo con questa assurda guerra senza quartiere, a colpi prima di dispetti tra suocere ma poi sempre più pesanti attacchi all'arma bianca. Farsi dirottare a fare solo nuovi partiti significa fare il gioco di chi vuol continuare a giocare senza la scomoda presenza del vero arbitro: I CITTADINI. Peraltro, fare un partito significa andare a giocare ad un gioco le cui regole sono state fatte (e possono essere cambiate) ad arte dai contendenti già in campo, facendo di ogni nuovo contendente un perdente designato. Basta scorrere i fatti di 60 anni di Repubblica per capirlo. Perciò, farsi convincere a fare un nuovo partito è una trappola ed una scelta auto-lesionista. Dobbiamo piuttosto mettere al loro posto e nel loro giusto ruolo i partiti esistenti, rimettendo in equilibrio il sistema. Dopotutto, secondo la Costituzione (art. 49) i partiti sono NOSTRI, i nostri strumenti. Sì, serve la Società Civile. E deve fare sentire la propria voce, potentemente, riportando all'ordine i contendenti, al rispetto reciproco come avversari e non come nemici; a concentrarsi sui problemi e non sul presunto "nemico"; a ricordarsi di essere comunque tutti membri della stessa comunità, SORELLE E FRATELLI DI UN'UNICA FAMIGLIA, L'ITALIA. E poi magari anche dell'intera famiglia Umanità. Guido De Simone http://www.laspedizionedei1001.it/ info@primarie.org[/url